Sponsor sulle maglie di calcio nel 79
Hanno alcune maglie da calcio replica di qualità piuttosto sorprendente e la loro collezione non si limita solo al calcio, ma anche al basket, al calcio e all’hockey tra gli altri. Nell’ambito della comunicazione visiva, questo wordmark viene adoperato da solo o accompagnato dal logo, che lo precede o lo sovrasta. Nel 2004, dopo il fallimento e, quindi, con il temporaneo cambio di denominazione in Napoli Soccer, anche l’emblema del club fu modificato di conseguenza, sebbene con interventi di lieve entità dal punto di vista estetico. La forma dello stemma e la disposizione degli elementi grafici rimase la medesima, con la sola differenza dell’eliminazione della vecchia ragione sociale in favore della nuova: la scritta NAPOLI SOCCER, in stampatello maiuscolo, fu posta al di sotto della corona e quest’ultima assunse una tonalità di blu più scura. Nei due anni successivi, con Giuseppe D’Antuono alla presidenza e nonostante la presenza in organico nella stagione 1989-1990 del fantasista ex-Inter Evaristo Beccalossi (fu contattato anche il fuoriclasse brasiliano Dirceu che però passò all’Ebolitana) retrocesse dall’Interregionale al campionato di Promozione (l’Eccellenza regionale fu introdotta a partire dalla stagione 1991/92) nel quale finì all’ultimo posto con una sola vittoria stagionale (in trasferta contro il San Sergio).
Nel tempo, la formazione ha affrontato le squadre di altre nazioni e giocato partite contro altre formazioni B delle rispettive nazionali. L’offerta televisiva «sazia» l’appassionato nello stesso giorno in cui si svolgono le partite. La presentazione avvenne il 5 febbraio 2008 a Zurigo, dove la nazionale avrebbe inaugurato la nuova prima divisa il giorno seguente nell’amichevole contro il Portogallo, ed era formata dal un completo interamente azzurro. Nel 2018 Suning, utilizzava robot per le consegne autonomo, che trasporta gli elementi essenziali quotidiani come bevande, frutta e snack dal negozio locale ai residenti. L’inconsueta «N con asinello», però, fu dismessa già alla fine di quel campionato e per la stagione successiva si ritornò all’ormai tradizionale «N» napoleonica. Già partire dalla stagione successiva, però, la succitata dicitura scomparve. A essere ripreso, però, fu anche l’indirizzo assunto dalla società cinque anni prima in termini di simbolismo araldico. Tra la fine degli anni 2010 e l’inizio degli anni 2020, la comunicazione visiva del club ha cominciato a essere caratterizzata dal sempre più frequente utilizzo di una nuova variante del logo, che, inizialmente, non rimpiazzò, ma, in qualche modo, affiancò quello tradizionale, ponendo in essere un graduale processo di avvicendamento: le forme che componevano il logo – disco e corona – sono state svuotate del proprio riempimento cromatico e, dunque, semplificate, lasciando in essere il solo contorno.
La mascotte del Napoli è un asino, comunemente indicato come ciuccio o ciucciariello, che trae la propria origine dal cavallo inalberato, che era presente sul primo stemma adottato dal club, in seguito al cambio di denominazione del 1926. Il motivo di tale avvicendamento, che, in sostanza, è da ascrivere ai deludenti risultati conseguiti dalla compagine partenopea nella sua stagione d’esordio in Divisione Nazionale, fu puramente casuale. La scelta dei colori, il nero e l’azzurro, fu in primis un omaggio al cielo notturno milanese, ma fu dettata anche dalla volontà di opporsi simbolicamente al binomio cromatico adottato dal Milan (nero e rosso): all’epoca, infatti, era comune l’uso di matite a due colori, rosse da una parte e blu dall’altra. Prima missione: Tutte le coppie, ad eccezione della coppia che ha completato per prima la missione precedente, prima di proseguire devono completare il «battesimo dei viaggiatori» che consiste nel recuperare un secchio d’acqua e riportarlo al punto di partenza insieme ad un locale, che lancia loro addosso l’acqua pronunciando una formula beneaugurante per il viaggio.
L’identità visiva del club, all’apertura del decennio, restò sostanzialmente invariata, almeno per le prime due stagioni. Il campionato 1974-1975 segnò un nuovo cambio d’impostazione della comunicazione visiva del club, che contraddistinse, sostanzialmente, la seconda metà del decennio. Bruno Giordano nel precampionato 1985-1986 e la festa per la vittoria della Coppa Italia 1986-1987: si notino le varianti cromatiche applicate al logo sulle divise da trasferta della seconda metà degli anni ottanta: nel primo caso, corona e «N» in blu, scritta e disco in bianco, nel secondo caso, corona blu, scritta bianca, disco azzurro e «N» blu. Diverse sono le varianti che furono riprodotte di questo emblema, a seconda delle differenti combinazioni di colori. Terzo posto in Supercoppa di Lega di Seconda Divisione. Nel periodo in cui è stato utilizzato questo stemma, il Napoli ha vinto gran parte dei suoi trofei: due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa UEFA e la prima Supercoppa italiana. Lo storico logo dell’AS Siracusa è stato riscattato nel 2013 mediante un’asta dall’avvocato Paolo Giuliano, all’epoca direttore generale dell’US Siracusa, che ne ha acquisito i diritti sul suo utilizzo. Questo emblema contraddistinse la società partenopea nella fase finale di un periodo storico segnato da una difficile crisi finanziaria, oltre che di risultati sportivi.
Di più su maglia napoli rosa sulla nostra home page.