Font maglia calcio italia
Da segnalare anche l’esordio di Marco Etcheverry, soprannominato el Diablo, il miglior calciatore boliviano degli anni novanta, che si fece espellere dopo tre minuti dal suo ingresso in campo (era subentrato al 34º minuto della ripresa a Ramallo) per un calcio a Lothar Matthäus. Best era un’equazione, all’Old Trafford. Il club, a quel tempo noto come Associazione Calcio Spezia, era stato costretto a sospendere l’attività: il presidente Perioli, infatti, era stato catturato e inviato nei campi di concentramento in Germania. Recoba 20, ovvero 10×2, diventa il suo marchio, tanto che il Chino all’Inter non se ne separerà mai, neanche quando avrà la possibilità di vestire la più prestigiosa numero 10. Moltiplicazioni o addizioni, Ronaldo è sempre in mezzo: al suo arrivo all’Inter, infatti, vestiva la 10 solo perché Ivan Zamorano non ne aveva voluto sapere di cedergli la 9. L’anno dopo, però, complice la pressione dello sponsor tecnico (che versa milioni e deve dare un senso al marchio R9) e grazie al salomonico intervento di Massimo Moratti, Zamorano cede: sarà la sua fortuna. Al giorno d’oggi fa strano, e non poco, pensare ad un ascolano che tifa Samb, eppure fino all’inizio degli anni settanta la fede rossoblu era una pecurialità di quasi tutti gli abitanti della provincia: infatti, mentre Ascoli e Fermana annaspavano nei campionati dilettantisci, la Sambenedettese era già una “cliente affezionata” della serie B e la domenica al Ballarin arrivava gente da tutta la regione a sostenerla.
Meno interessato alla questione Neymar, che nel Santos vestiva l’11 in onore del suo idolo Romario, lo mantenne al Barça e una volta approdato al Psg ha “sbancato” con la 10: diecimila maglie vendute solo il giorno della sua presentazione (circa un milione di euro dei 222 spesi per comprarlo rientrato così), 120mila dopo un mese (al ritmo, quindi, di 4mila al giorno), con lo sceicco Al Khelaifi che si frega le mani annunciando di aver decuplicato le vendite e che «non ci sono magliette sufficienti per accontentare tutti». ASCOLI PICENO – Il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica Italiana, ha spento, anche se a guardarlo e a sentirlo parlare non si direbbe, ben 93 candeline. Stiamo parlando dell’avvocato e senatore Luigi Natali, classe 1915, nativo di Rotella, residente da una vita ad Ascoli Piceno, ma con il cuore rossoblu. Un fenomeno simile si è verificato con il 21, improvvisamente diventato “the new 10” nella percezione del tifoso grazie ai giocatori di classe che l’hanno indossato in tempi recenti: Pirlo (con Inter, Milan e Juventus), Zidane (uno che paradossalmente non ha mai trovato la numero 10 libera nei club in cui ha giocato), Dybala (in onore dei primi due).
Per avvicinarci ai completi da calcio come li immaginiamo oggi, dobbiamo aspettare il secondo dopoguerra, quando scompare la lana, compare lo scollo a V, compaiono i pantaloncini, più corti e aderenti, e nei paesi più caldi si ricercano tessuti sempre più leggeri e comodi da indossare. Quale è la «facciata» peggiore tra le due proposte dal club secondo voi? L’11 agosto 2016 viene rinnovato il prestito per il secondo anno dopo aver effettuato il ritiro con i giallorossi. Nella stagione 2019-2020 al Maglie vengono inflitti 6 punti di penalizzazione per illeciti sportivi. In seguito l’U.S.A. Toma Maglie ha partecipato ai diversi campionati semiprofessionistici ottenendo ottimi piazzamenti e sfiorando più volte il ritorno in Serie C nelle stagioni 1982-1983, 1993-1994 e 1995-1996. Attualmente la squadra milita nel Campionato di Eccellenza. A metà degli anni 1980 Nannini lascia definitivamente la presidenza e la squadra viene rilevata da un imprenditore romano, l’avvocato Max Paganini. Ricorda con grande lucidità i campioni rossoblu del passato, da Guido Marchegiani ai fratelli Assenti, ad Antonio Patrizi (il padre del giornalista Patrizio, ndr), un difensore degli anni 50 per il quale mantiene una specie di venerazione in quanto “riusciva a togliere la palla all’attaccante in acrobazia senza commettere fallo”.
E chi non ama le ingiustizie, di certo odia uno come Antonio Venturato «incontrai quell’individuo in tribunale e gli chiesi per quale motivo avesse deciso di rovinare una città come San Benedetto e una squadra gloriosa come la Samb: lui mi rispose in malo modo e allora io gli rifilai uno schiaffone in pieno volto». Il calcio, il tennis, le bocce, il Volley e la Pallanuoto sono gli sport che maggiormente hanno visto la partecipazione della città ai diversi campionati non solo regionali ma anche nazionali. Il risultato, soprattutto nel look »total blue» visto nella fase a eliminazione diretta, era più che apprezzabile e non meritava di finire nell’oblio solo a causa del rigore di Gigi Di Biagio. Lo inseguiva da anni, ritenendolo il numero dei campioni, e non era mai riuscito a ottenerlo, trovando nel corso della sua carriera in van der Vaart, Del Piero, Adriano e Seedorf gente non disposta a trattare. E poi c’è chi si è sempre tenuto stretto il proprio numero, trasformandolo in un simbolo: il 7 ha segnato la carriera dello spagnolo Raúl (numero di maglia ritirato in suo onore dallo Schalke, ma non dal Real Madrid) e segna tuttora quella di Cristiano Ronaldo, alias CR7; Gigi Riva voleva a tutti i costi l’11 facendone anche una questione scaramantica (una volta in Nazionale giocò con il 9 e si ruppe la gamba), lo stesso storico numero di Giggs o Drogba.
È possibile trovare maggiori informazioni su maglia napoli nuova sulla nostra homepage.